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PEPE | food | good | mood |

 

Cliente: Associazione PEPE

Gruppo di lavoro:

 

Al mio gruppo di lavoro è stato affidato il progetto di costruzione grafica e contenutistica di una rivista enogastronomica, che avesse come cardine la particolarità degli argomenti trattati. Una sorta di pila che si accende sulle nicchie del gusto o su nuove realtà in via di espansione. Una rivista che si dovesse tenere su un tono medio alto, con incursioni anche nel mondo del design, dell’arte e della cultura.

Per affrontare questo lavoro, mi sono soffermato innanzitutto sulla gabbia di impaginazione, basandomi sulle mie conoscenze in merito e sulla consultazione di preziose guide come questa di Baroni e come… i giornali stessi, con i loro formati e le loro particolarità.

Costruire un giornale infatti non è la semplice creazione di una sequenza di articoli ma bisogna dare all’impaginato pulizia, coerenza, ritmo, in modo tale da renderlo piacevole alla lettura e accattivante per la (ormai sempre più) limitata capacità di concentrazione del lettore medio, sempre più incapace di sostenere articoli lunghi e attratto invece da foto con appeal suggestivo e da titoli e testi che “tirino avanti”, ovvero abbiano uno stile sintetico, divertente, fantasioso. Questo però va di pari passo con una visione editoriale che guarda anche all’inserzione come pilastro fondamentale. Bisogna cioè garantire al magazine un’entrata che sostenga le spese e contemporaneamente va assicurata all’inserzionista una buona visibilità e una gradevole fusione con i contenuti del magazine stesso.

Per quanto riguarda la mia parte di lavoro dovevo inventarmi questa famigerata gabbia, trovare caratteri tipografici che andassero d’accordo con lo stile del magazine, decidere con il fotografo come dovevano “tirare” gli scatti, progettare una copertina e un metodo per progettare le copertine, dare un’anima e uno schema a rubriche, pubbliredazionali e pagine particolari.

Il risultato del lavoro di sei mesi è PEPE, un magazine che nella sua presentazione ufficiale ha meravigliato e stimolato positivamente gli addetti ai lavori nel campo dell’enogastronomia e del mercato parallelo del food style. Questo per (a sentir loro) il suo stile di rottura che vira decisamente dal paludato sistema editoriale delle riviste classiche, senza però atterrare nel caos delle riviste per il pubblico giovane. Un buon risultato per me, che mi ha già garantito altri lavori, dandomi soddisfazione.

Nelle foto che seguono troverete il primo numero, mentre sto lavorando al secondo. Copertina, infografica, rubriche iniziali e gabbie varie.

Il PDF completo del primo numero lo trovate nel sito di Pepe ovvero qui.

 

La copertina del primo numero prende spunto dalle icone sacre per sdrammatizzare l'enogastronomia.

Logo di Pepe

Logo di Pepe. "Pepe: food good mood"

Brossura a filo refe, per 72 pagine patinata opaca Gardapat Kiara più copertina con plastificazione lucida

Brossura a filo refe, per 72 pagine patinata opaca Gardapat Kiara più copertina con plastificazione lucida

 

 

Nelle prime pagine, un'infografica spiega alcuni concetti base. In questo numero spiega cos'è il Triveneto. Questa operazione è stata voluta perché il magazine viene distribuito sul mercato internazionale e l'infografica, con la sua natura immediata e gradevole, è stata ritenuta utile per spiegare (soprattutto al pubblico USA) cosa esiste attorno a Venezia...

L'indice di Pepe

L'indice del magazine con colophone e foto paesaggistica d'autore

Pepe in grani: le rubrichette a inizio magazine

Pepe in Grani: le rubrichette a inizio magazine, quelle veloci da leggere e con le curiosità dal mondo dell'enogastronomia.

Pepe in grani: dettaglio

Dettaglio di Pepe in grani. L'uso di font slegati dalla gabbia e di grafica particolare sono funzionali a dare un antipasto di lettura che non appesantisca il magazine.

Pubblicità e pagine

Accostare pubblicità a pagine di contenuto richiede lo studio di colori ed equilibri particolari, in modo tale da esaltare entrambe e non penalizzarne nessuna.

Pepe in grani: le rubrichette a inizio magazine

Doppia pagina con testo a calce. Una delle varianti della gabbia studiata.

Doppia pagina senza testi

Doppia pagina senza testi

Gabbia a due terzi di altezza, con studio colore e doppia lingua.

Gabbia a due terzi di altezza, con studio colore e doppia lingua. Pepe, si distribuisce anche all'estero ed è quindi stato voluto in doppia lingua. Per lo studio della gabbia e dei font bisognava quindi tener conto di questo. Il carattere usato è MINION PRO in corpo 9 su interlinea di 4mm o 11,339 pt

Credits di articoli e foto

Nella gabbia è stata data MOLTA importanza ai credits per articoli e foto. Fascette colorate in sintonia con le cromie dell'impaginato, messe in verticale a 4 mm dal bordo interno, in modo tale che nella piega della brossura saltassero subito all'occhio.

 

Articolo con foto grande

La ricetta: articolo con foto a piena pagina, due colonne.

Articolo di approfondimento enogastronomico: foto a piena pagina e testo su 4 colonne con riquadri di richiamo

Articolo di approfondimento enogastronomico: foto a piena pagina e testo su 4 colonne con riquadri di richiamo.

 

Moda: gabbia con foto a metà pagina, cappello introduttivo e testo su due colonne.

Moda: gabbia con foto a metà pagina, cappello introduttivo e testo su due colonne.

Moda: terza e quarta pagina.

Moda: terza e quarta pagina con foto riquadrata e texture di fondo.

Pepe: texture

Per il magazine e l'immagine coordinata dell'editore, è stata realizzata anche una texture con il logo. Con essa sono state sottolineate alcune scelte di impaginazione, come in questo caso la riquadratura della foto di moda.

Musica: gabbia semplice.

Musica: gabbia semplice con titoletti, cappello introduttivo, doppia colonna.

Titoletti

In quasi ogni articoli ci sono titoletti a sottolinearne lo stile. Alcuni di essi, come questo per esempio, li ho voluti ironici e dissacranti come lo spirito del magazine.

Intervista

Intervista realizzata mettendo sempre con gabbia a due colonne. Uso dei titoli come grafica.

Pubbliredazionali su Pepe

Pepe: pubbliredazionali. Gli articoli commissionati fuori dalla redazione vengono diversificati con discrezione. Hanno il fondo colorato e una piccola "P", presa a prestito dal logo di Pepe, posizionata in un triangolino in alto a destra.

Pubbliredazionali su Pepe

Pubbliredazionali su Pepe

La "P" di pubbliredazionale

La "P" identifica i pubbliredazionali, tenendosi sempre discreta.

Il PDF completo del primo numero lo trovate nel sito di Pepe ovvero qui.